Nella zona rossa non ci sono più i positivi. Cos’è successo?

Di Sans Papiers – Arci Porco Rosso

Oggi sono passate tre settimane da quando i primi casi di Covid-19 sono stati scoperti tra gli ospiti e i volontari della missione di Biagio Conte. Una settimana fa sono stati effettuati i tamponi rapidi a tutti gli ospiti presenti nella struttura di via Decollati; quasi tutti sono risultati NEGATIVI al Covid-19. Le informazioni che abbiamo ricevuto indicano che pochissimi sono risultati positivi al virus e sono stati trasferiti al ‘Covid Hotel’. Tutte le persone presenti nel dormitorio rimangono quindi tuttora in isolamento forzato, in attesa di un ulteriore tampone che sarà effettuato tra 2 settimane.

Un miracolo? Un errore? Ci sembra che qualcosa non vada.

Da un lato, siamo felici che la stragrande maggioranza dei nostri amici e contatti non siano stati contagiati e che i pochi positivi siano comunque asintomatici, tranne le prime persone ricoverate in seguito al primo screening. Dall’altro, però, questo episodio fa emergere questioni molto urgenti sulla gestione dell’emergenza. Le modalità di esecuzione dei due screening, il livello così discordante dei risultati ottenuti e una quarantena passata in una condizione di promiscuità fra negativi e positivi in ambienti non salubri e con limitato accesso ai servizi di base, come le cure mediche e i servizi igienici.  rende improbabile l’eventualità che tutti gli ospiti  risultati positivi al virus a metà settembre risultino adesso guariti.

Purtroppo uno degli aspetti più tristi di questa storia è la sfiducia che si è diffusa fra gli ospiti rispetto alle cure mediche offerte, un sentimento più che comprensibile vista la disorganizzazione nella gestione del primo screening, la scarsa spiegazione offerta rispetto al virus, e la massiccia presenza della polizia. Nonostante questa crescente sfiducia, tutti gli ospiti in questi giorni si sono presentati per effettuare nuovamente i tamponi. Ci sembra probabile però che nel futuro sarà sempre più difficile assicurare la collaborazione degli ospiti vista la situazione in cui ancora sono costretti a vivere e la confusione che la gestione dei tamponi ha creato.

Vi sono stati alcuni miglioramenti importanti in queste settimane: la Croce Rossa Italiana è stata coinvolta per fornire mediazione culturale e linguistica, i risultati dei tamponi sono stati stampati e distribuiti individualmente agli ospiti ed era stata predisposta una divisione degli spazi in caso di un numero più alto di persone positive.

Le conseguenze della gestione della situazione in via Decollati rendono ancor più urgente un provvedimento di immediata regolarizzazione per tutte le persone prive di un permesso di soggiorno, e il trasferimento delle persone in un luogo idoneo per passare l’ulteriore quarantena.  Inoltre, la questione riguarda cosa succederà quando finalmente i cancelli saranno aperti di nuovo e i nostri amici riconquisteranno la libertà. La Missione continuerà come prima? Sarà nuovamente sovraffollata e a rischio di contagi? Dovremo nuovamente affrontare “l’emergenza freddo” ossia l’inidoneità di questi spazi durante i mesi di inverno?

Urgono chiarimenti puntuali sull’accaduto e una pianificazione politica rispettosa che tuteli ed eviti una nuova evitabile emergenza. Noi  continueremo a essere solidali con i nostri fratelli, colleghi e vicini di Via Decollati, mantenendoci in stretta comunicazione sia con loro sia con la nostra comunità più larga.

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