Finisce la raccolta iniziano gli sgomberi. Lo sportello mobile a Caltabellotta

Come più volte raccontato, con il nostro Sportello Mobile, ci muoviamo nei luoghi della Sicilia Occidentale interessati dal lavoro stagionale in agricoltura e negli insediamenti informali – indiretta conseguenza del fenomeno oltre che dell’assenza di adeguate politiche del lavoro e dell’abitare – per dare supporto sociolegale alle persone marginalizzate.

L’autunno è la stagione della raccolta delle olive e oltre ad andare nel trapanese siamo state ripetutamente anche a Caltabellotta (AG), dove da anni per ogni raccolta sorge un insediamento informale alle porte del paese, in una pineta vicino ai campetti. Alcune persone abitano in delle stalle abbandonate, altre montano una tenda. Un ragazzo con molta autoironia racconta ridendo che la prima notte la sua tenda è volata perché era un poco instabile ed è rimasto avvolto nelle coperte sul suo materasso di fortuna. Alcuni arrivano addirittura dalla rotta balcanica e a causa delle norme italiane ed europee in materia di immigrazione, prime tra tutte il regolamento Dublino e il decreto sui Paesi di origine cosiddetti “sicuri”, sono impossibilitati a regolarizzare la loro posizione in Italia – ergo, tra le altre cose, sono impossibilitati a lavorare regolarmente. Incontriamo anche un ragazzo che è entrato regolarmente con il decreto flussi ma, al suo arrivo in Italia, non ha più trovato il presunto datore di lavoro, che ha spento il telefono, è stato truffato. 

Le persone dell’insediamento di Caltabellotta sono state ulteriormente scosse dall’episodio avvenuto la sera del 19 novembre, in cui a seguito di una lite uno di loro è stato ucciso. A circa un mese di distanza dall’omicidio, il 12 dicembre l’insediamento è stato sgomberato e i suoi abitanti sono stati trasferiti nello stadio di Sciacca in circostanze poco chiare, in quanto erano tutti in una condizione di trattenimento, ma apparentemente senza alcuna ordinanza. Ad alcune persone, una minoranza, è stata notificato un decreto di espulsione, ad altre invece è stata rilasciata la ricevuta di un permesso di soggiorno per motivi di giustizia probabilmente per le indagini in corso – indagini in corso sull’omicidio e sullo sfruttamento lavorativo e il caporalato. 

Le persone ritornate in stato di libertà non hanno avuto chiaro effettivamente tutto quello che è successo, di chiaro c’è stato che non è stata fornita alcuna soluzione abitativa – poi fornita da noi ad alcuni su Palermo.  Continuano dunque gli sgomberi – tra l’altro ancora una volta a fine stagione. Quando i braccianti stagionali saranno visti e trattati in quanto persone e non solamente come forza lavoro da sfruttare e poi sgomberare a convenienza? Quando, a livello sociale e culturale, si comprenderà che lo sfruttamento non avviene solo da parte dei datori di lavoro ma, per come sono concepite le attuali politiche migratorie e le misure volte al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato, lo sfruttamento è un dato sistemico? 

 

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